Pubblicazione di alcuni messaggi pervenuti in Redazione.
21/04/2022
Buonasera, mi chiamo Pelloni Antonietta, vi scrivo con l'indirizzo e-mail di mio nipote. Sono nata nel 1935, e soltanto qualche giorno fa ho scoperto il vostro sito dedicato alla vicenda della nave Nova Scotia. Per la prima volta, ho trovato il nome di mio padre in un archivio, grazie a voi.
In tutta la mia vita, non avevo mai trovato conferme circa le sorti di mio padre, il quale partì quando avevo soli 3 anni. È stato molto emozionante e vi ringrazio tantissimo per il vostro lavoro. Mio padre è il numero 466 nella vostra lista "Vittime Italiane", Pelloni Natale.
Vi chiedo gentilmente se aveste a disposizione qualunque tipo di documentazione o informazione riguardo mio padre. Inoltre, vorrei venisse pubblicata sul vostro sito l'unica sua foto a mia disposizione.
Ringraziandovi ancora, e allegando la sopra citata fotografia, attendo vostra gentile risposta.
Pelloni Antonietta.
21/04/2022
I would like to correct the name of "other likely victims" where my grand father name is listed Carmelo Di Meo. My grandfather survived the sinking of the Nova Scotia. He was the sole survivor who hung onto a raft/debris that washed ashore on the North Coast of Natal. As a young man he recounted the sinking of the Nova Scotia on numerous occasions. His two surving daughters my mother and aunt will also testify his ordeal.
Angelo Montemarano.
Traduzione:
Vorrei correggere il nome di "altre probabili vittime" dove è riportato il nome di mio nonno Carmelo Di Meo. Mio nonno è sopravvissuto all'affondamento della Nuova Scozia. È stato l'unico sopravvissuto che si è appeso a una zattera / detriti che si sono arenati sulla costa settentrionale di Natal. Da giovane ha raccontato in numerose occasioni l'affondamento della Nuova Scozia. Anche le sue due figlie sopravvissute, mia madre e mia zia, testimonieranno il suo calvario.
09/11/2021
Tra l elenco delle vittime del nova scotia ho ritrovato il fratello di mio nonno De Simone Giuseppe di Gibellina prov trapani, se è possibile sapere qualcosa in più ne sarei felice, eventualmente cosa potrei consultare?
Marianna Costa
19/09/2021
Quello che mi ha colpito della storia del Nova Scotia è proprio che stranamente non sia molto conosciuta, nonostante la portata delle storie umane che ha coinvolto. Inserirla nel mio libro mi sembrava quasi un dovere morale, dopo averla incontrata. Il vostro lavoro è preziosissimo per tenere viva e diffondere la storia che fa parte della Storia.
Chiara Carminati
(autrice del libro "Un pinguino a Trieste")
16/08/2021
Ho letto le notizie sull'affondamento del nova scotia e nell'elenco delle vittime è riportato il nome di mio nonno, ciriaco mattozzi, vorrei sapere dove posso trovare altre notizie e se le vittime sono sepolte tutte nel Mausoleo di Durban.
Grazie.
Cira Mattozzi Dagostino
08/07/2021
Salve, mio padre fu imbarcato sul Nova Scotia, ma il suo nome non figura su nessuna lista, lui raccontava che due giorni prima che lo imbarcassero era fuggito per la terza volta, la seconda dal campo 308, ma ricatturato dopo poche ore, lo portarono direttamente alla nave Nova Scotia un’ora prima di salpare.
Mi raccontava di un carabiniere che insieme a lui aspettarono che la nave fosse quasi affondata per abbandonarla. Avevano visto che qualcuno saltava sopra gli altri dall'alto uccidendosi o ferendosi, lui usava dire: “si sbudellavano”.
Poi lui, con il carabiniere, si legarono con le cinture dei pantaloni ad un tavolone, e raccontava del banchetto dei squali e altri pesci che mangiavano i resti dei poveri naufraghi.
Raccontava che se toccavi qualcuno poi si rovesciava e sotto non aveva piu' niente perché era stato divorato.
Poi raccontava di una forte burrasca e mare mosso, loro sempre legati al tavolone ma semi immersi in acqua e lottarono durante la burrasca per non rovesciarsi, poi mio padre sfinito perse conoscenza e si risvegliò in un ospedale presso Durban, sette giorni dal naufragio e non seppe più niente del carabiniere se si salvò, lui da allora non mangiò più il pesce per tutto il resto della sua vita.
Mio padre si chiamava Umberto Scorsolini, io Vitaliano Scorsolini.
Fu internato a Durban poi andò a lavorare in una fattoria grandissima, lui e un altro italiano dovevano piantare patate, proveniva dall'Umbria ed era agricoltore e sapeva che le patate bisognava tagliarle e piantarle con gli occhi con germogli, cosi fecero per una quindicina di giorni, quando arrivò il proprietario vedendo che le patate erano avanzate e tagliate li denuncio' per sabotaggio, mio padre si fece 15 giorni di “casetta rossa”, era una baracca di lamiera verniciata di rosso, un metro e mezzo per un metro e mezzo x 1,70 al sole, uscì vivo che non sapeva come aveva fatto. Al momento della raccolta, al fattore, dove mio padre e l'altro avevano piantato le patate, venne una raccolta incredibile per quantità e qualità e andò a cercarlo al campo per convicerlo a tornare al lavoro, ma lui lo mandò al diavolo.
Dopo l’8 settembre gli chiesero se voleva rimanere nei campi di prigionia o tornare in Italia da cooperatore, lui non ci pensò su molto e accettò di tornare in Italia, lo imbarcarono su di una nave inglese insieme ad altri trecento Italiani cooperatori, dopo 15 giorni di navigazione, invece di arrivare in Italia sbarcarono in Australia, dove furono vestiti, calzati e armati, poi andarono al seguito degli inglesi nel sud est asiatico, dapprima li usavano come guardie ai depositi, ai campi di aviazione, poi vennero utilizzati nei rastrellamenti e bonifiche, e quando iniziarono a fidarsi di loro, combatterono a fianco degli inglesi contro I giapponesi, quando esplose la prima bomba “H” stavano a Hokinawa.
Una volta che ebbero aderito, li portarono in un campo vicino a delle miniere di diamanti dove vennero tenuti dei mesi, ma poterono lavorare fuori dal campo e poi li portarono a bordo su di una nave, controllarono tutti I documenti e trovarono un cappellano militare che aveva una ferita ricucita in una gamba, ma dai documenti non risultava nulla, alla fine trovarono che si era cucito dentro due diamanti grezzi, che qualcuno della popolazione gli aveva dato, fecero allora spogliare tutti nudi e diedero per due giorni di fila a tutti la purga, la nave era diventata una fogna dappertutto, piena di escrementi che poi lavarono con gli idranti e li fecero trasbordare in un’altra nave, abbandonando così sulla vecchia tutti gli averi e il vestiario che non fu mai più restituito e dovettero indossare dei pantaloni corti e basta senza scarpe.
Una volta giunti a Sidney, furono rivestiti e calzati, con divise inglesi, mio padre raccontò che molti morirono, sopratutto in un’isola vicino a Ceylon, dove I giapponesi vennero a sapere che con gli inglesi combattevano anche loro ex alleati, spostando così il loro bersaglio e sprigionando la loro massima crudeltà contro il reparto italiano.
Vitaliano Scorsolini
12/04/2021
Tra i dispersi vi è anche mio nonno Colucci Gaetano di Brindisi (erroneamente risulta di Monopoli).
Patrizia Renna
11/04/2021
Buongiorno, mio zio, Ceravolo Antonio di Anoia (RC), si trovava su quella nave. Era il fratello di mia madre. Dopo qualche giorno dalla sua morte, anche suo fratello, Ceravolo Francesco moriva in un'altra nave affondata. Si possono avere notizie di lui? So che è impossibile, ma ci provo ugualmente, grazie.
Antonia Ciricosta
21/03/2021
Tra i dispersi c'era anche il mio nonno materno, Semeraro Nicola... Grazie per il vostro impegno e per la dedizione con cui tenete vivo il ricordo dei nostri cari...
Gianno D'Errico
13/12/2020
Salve sono il nipote di un disperso in mare.
Mio nonno si chiamava D'Urzo Domenico morto sulla nave Nova Scotia durante la 2 guerra mondiale . Vorrei se possibile postare una foto in divisa di mio nonno. Mio padre sarebbe onorato.
(nostra risposta)
Innanzitutto la ringrazio della sua risposta immediata e vengo a spiegare per il cognome. Da fonti lontane il cognome di mio padre credo che fosse con la Z ma senza apostrofo. Quindi Durzo tutto attaccato e so per certezza che si trovava sulla Nova Scotia perchè mio padre, oggi 85enne, mi ha dato una foto del gruppo di italiani che si trovavano prigionieri in mano agli inglesi credo a Massaua. Sicuramente qualcuno o qualche nipote potrà riconoscersi.
In allegato mando foto. Molto vecchie.
Importante: mio nonno s'imbarcò all'inizio sulla motonave credo Nazario sauro, della società credo Lloyd Triestino.
Ringrazio lei e il suo collaboratore di aver dato luce a questa triste pagina di storia dei nostri connazionali che hanno perso la vita pur non volendolo .
Seguirò il vostro sito anche in attesa del post foto di mio nonno.
Distinti saluti.
Luciano D'Urzo
08/12/2020
(dalla pagina Facebook del Nova Scotia: https://www.facebook.com/navenovascotia)
Fiore Pasquale, my children grandfather,died on this Nova Scotia ship. Mike’s grandfather was on this ship,he was only a passenger while Enzo father was a soldier.Enzo was 3 years old.
(traduzione: Fiore Pasquale, il nonno dei miei figli è morto su questa nave della Nova Scotia. Il nonno di Mike era su questa nave, era solo un passeggero mentre Enzo padre era un soldato. Enzo aveva 3 anni.)
Nina Fiore
Nina Fiore, Joe just reminded me of this story that Enzo told him, he says Mike's father was there as well. Terribly sad
(traduzione: Nina Fiore, Joe mi ha appena ricordato questa storia che gli ha raccontato Enzo, dice che c'era anche il padre di Mike. Terribilmente triste)
Francesca Fragapane Gallo
07/09/2020
Abbiamo ricevuto in Redazione dal gentilissimo Sig. Silvio Masullo, il seguente articolo che il "Corriere della Sera" ha pubblicato in data 06/09/2020:
670 italiani annegati nell’Oceano Indiano e divorati dagli squali. La tragedia del piroscafo britannico Nova Scotia, affondato il 28 novembre 1942 dal sommergibile tedesco U-Boot 177, è caduta nel dimenticatoio. 651 erano prigionieri di guerra, reduci della disastrosa avventura fascista dell’Africa Orientale Italiana, catturati dagli inglesi e dalla resistenza locale e diretti a Port Elizabeth in Sudafrica. Tra questi Domenico Masullo, 40 anni, originario di Sacco, un paesino del Cilento interno. Domenico, lo zio della mia mamma Felicia, era un bel personaggio, energico e versatile. Collaborava con l’esattore del paese, lavorava come fabbro, insegnava ai contadini nelle ore serali e faceva opera di volontariato in chiesa, suonando l’organo. L’arruolamento nelle truppe, al comando del Duca Amedeo d’Aosta, aveva fatto seguito all’entrata in guerra dell’Italia del 10 giugno 1940 e alla farneticante politica imperialista del Duce. Minicuccio, il diminutivo in dialetto del suo nome, diventerà da quel momento una sorta di nume tutelare della sua famiglia, della moglie Angela e della figlia Assunta, che è stata un’apprezzata insegnante. Una figlia morirà prematuramente dopo la sua scomparsa. Il suo nome compare nella lapide, dedicata alle vittime del naufragio, all’interno della chiesa di Santa Rita da Cascia, ad Adi Quala in Eritrea. I resti dei corpi recuperati sono sepolti nel cimitero di Pietermaritzburg in Sudafrica.
Silvio Masullo
25/07/2020
Doveva esserci anche mio padre. Sbarcato a Massaua prima della partenza per un attacco di ulcera. In seguito in campo di concentramento in Kenia e poi in India.
Ma non si é mai abituato al dolore per aver perso tanti amici commilitoni, compreso il suo comandante. E brutto che questa pagina sia sconosciuta ai più.
Castagnino Francesco
03-04/05/2020
Alla posizione 27 (dell'elenco dei superstiti italiani) è indicato correttamente Cocola Leonardo; va tolto Coccola.
Peraltro vi informo che è morto lo scorso dicembre, esattamente il 25 dicembre 2019.
Era mio zio da parte di madre, ed aveva compiuto 105 anni da poco; penso fosse l’ultimo vivente di quella tragedia.
Viveva a Bisceglie sua città natale dove ha lasciato un vuoto incolmabile; nel paese era conosciuto e lo stimavano tutti.
Ho memoria dei momenti terribili quando mi raccontava che su una zattera o pezzo di legno aveva trascorso tre giorni e tre notti e la sofferenza dell’abbandono dei suoi compagni commilitoni che lo salutavano e si lasciavano morire perché stremati da sofferenze di ogni genere.
Purtroppo non solo i ricordi dei racconti dello zio risalgono a più di mezzo secolo fa, e quindi risentono della inesorabile patina del tempo, ma risentono anche di una forma di falcidia di dettagli cruenti che lo zio praticava nel raccontare a noi nipoti quei fatti; dettagli che ho appreso anni dopo dal web.
Ciò che ricordo bene sono le parole strazianti di addio che i suoi amici commilitoni gli rivolgevano per stanchezza o sfiducia lasciandosi annegare, oppure, ma queste sono mie considerazioni, perché avevano i corpi straziati da meduse o pesci instancabilmente voraci.
Ricordo anche la delusione dello zio di non essere stati salvati dal sommergibile tedesco che aveva affondato una nave piena di alleati; mio zio si era avvicinato con altri suoi compagni ma la scelta cadde solo su uno.
Ricordo anche l'ammirazione per il comandante della nave portoghese che sfidò, non ricordo chi, opponendosi alla consegna dei naufraghi salvati per la legge internazionale di territorialità ed per il fatto che il Portogallo non era belligerante.
A mio zio avrebbe fatto piacere parlare di quell'evento e del sacrificio di molti nostri connazionali - mia opinione - per dare un suo contributo e aggiungere altri particolari ad una tragedia dimenticata dalla Storia.
Non avendo idea di quale foto fosse stata idonea per il sito ne ho digitalizzate più d'una, che allego alla presente, che risalgono ai suoi anni in Africa - ne trascorse circa sette - e foto più recenti.
Invio anche un link del festeggiamento (al centro con giacca blu) per il compimento dei 105 anni.
https://www.bisceglie24.it/cittadino-biscegliese-e-il-piu-longevo-iscritto-della-fnp-cisl/
Un grazie di cuore per l'accoglienza che avete attributo alla mia email, ma anche perché scrivendovi sono riemerse memorie che fanno ormai parte delle mie nostalgie.
Francesco Vecchio
Cocola Leonardo nel 1937 e nel 2019 - Superstite del Nova Scotia
30/04/2020
Buongiorno e complimenti per il sito ben costruito.
Mio nonno paterno morì in quell'affondamento, MARCO CANETTA, e sono contento di aver potuto leggere dei fatti di quel terribile giorno.
Grazie.
Massimo Canetta
05/04/2020
Il disperso in mare CASARANO EMERICO, di cui non viene data nessun'altra indicazione, era mio zio, fratello di mio padre, e risiedeva in Tricase (LE). Voglio complimentarmi per la precisa ed analitica ricostruzione dei fatti e degli avvenimenti storici e, pur dopo tanti anni, voglio lasciare un commosso ricordo a tutti quegli eroi che, per servire la Patria, hanno immolato la vita.
Antonio Casarano
04/01/2020
Mi chiamo Davide Nonnato. Sono un nipote di Tiozzo Giovanni, deceduto nella tragedia della Nuova Scotia. Ho saputo solo recentemente della esistenza di questo sito e delle vicende storiche collegate al naufragio nel quale è scomparso mio nonno. Ringrazio i gestori per la conservazione e la tenuta del sito.
Allego, come da accordi, la foto di mio Nonno Tiozzo Giovanni, nato a S.Martino di Venezze il 13/07/1889 e deceduto nel naufragio.
La foto è stata scattata l' 11/10/1915.
Vi ringrazio, buona giornata
Davide Nonnato
27/09/2019
ho oggi visitato il suo sito e non posso che complimentarmi per come è impostato e ricco di notizie su quella tragica vicenda. Ero abbastanza informato ma leggere le testimonianze ivi riportate mi hanno fatto meglio “comprendere”. Un altro aspetto veramente interessante sono i tanti commenti dei lettori dai quali traspare la voglia di sapere e di non dimenticare i tanti disastri procuratici dalla guerra.
Lionello De Angelis
06/09/2019
Sono molto commosso per tutto quello che avete portato alla luce. Vorrei solo complimentarmi con il vostro delicato lavoro. Sto facendo ricerche dal 1942 quando mia madre rientrò con me nel giugno 41, per approdare a Napoli nel giugno del 42. Era su una delle navi Bianche, la Vulcania, e per fortuna tutto andò per il verso giusto.
Nelle mie ricerche, navigando, ho avuto la grande fortuna di entrare nel vostro sito. Complimenti ed auguri per il vostro lavoro....un saluto.
Giannella Michele.
26/06/2019
Sono il nipote di una delle vittime italiane, porto il suo stesso nome, Vito Manca. Mio padre, Francesco, rimase orfano a 7 anni. Non siamo mai riusciti ad avere notizie di qualsiasi tipo su mio nonno. Era un ufficiale di macchina ed era tra i civili. Aveva deciso di fare un ultimo viaggio commerciale ma gli è stato fatale. Nelle ricostruzioni dei superstiti non si è mai fatto cenno a lui. Vi ringrazio per l'attenzione.
Manca Vito
09/05/2019
Sono Maria Condello...nipote di Pasquale una delle vittime!!! Nessuno di noi sapeva dell’esistenza del monumento e dei resti della nave! Mio nonno diceva sempre che suo fratello Pasquale Condello era Affondato sulla nave in Africa.... Nessuno dei parenti aveva notizie... sono rimasta quando ho scoperto L’ esistenza della tomba dello zio!
Condello Maria
17/01/2019
In quella nave c'era anche mio zio si chiamava Lilliu Luigi. Quando hanno affondato la nave c'era anche mio zio prigioniero.
Lilliu Giuseppe
07/10/2018
il mio nonno materno andò disperso e poi dato per morto, nell'affondamento della Nova Scotia, si chiamava Antonio Cascavilla originario di Andria, non so se c'è ancora qualcuno che lo abbia conosciuto, avrei piacere di avere sue notizie.
Michele Mike Damato
09/08/2018
22/04/2018
Mio nonno Augusto Landi facente parte dell'equipaggio, era in sala macchine durante lo scoppio e questo gli salvò la vita, perchè completamente ricoperto di nafta non fu gradito agli squali. Rimasto attaccato ad un pezzo di legno per giorni e giorni in mezzo all'oceano, vide tanti poveri naufraghi attaccati dagli squali. Dato per morto dalla famiglia, miracolosamente tornò a casa dopo mesi.
Roberta
09/01/2018
IL Dott. CARIDI.ANTONIO: FU IL MEDICO CHE ASSISTETTE MIA MADRE DURANTE IL PARTO PER LA MIA NASCITA 13 GIUGNO 1939. PERSE LA VITA MALGRADO STESSE A BORDO DI UNA SCIALUPPA DI SALVATAGGIO CON UFFICIALI INGLESI, LA QUALE RIMASE AGGANCIATA A POPPA DELLA NAVE PER UNA CORDA NON AMMAINATA A POPPA INABISSANDOSI TRASCINATA DALLA NAVE CON TUTTI GLI OCCUPANTI. RICORDO. CHE MIA MADRE ANCHE DOPO MOLTI ANNI TUTTE LE VOLTE CHE SI COMMENTAVA QUESTA TRAGEDIA NON POTEVA TRATTENERE LE LACRIME.
Antonio Cane Fassetta
12/08/2017
Mio nonno paterno, Giuseppe Cocchi, é nell'elenco delle vittime. Marittimo, fu fatto prigioniero su una nave mercantile in un porto credo del Kenya nelle prime ore di guerra. Le autorità italiane avevano omesso di informare della dichiarazione di guerra la flotta mercantile, di cui la metà si trovava in porti divenuti nemici e fu immediatamente requisita.
Giorgio Cocchi
25/04/2017
Grazie per la preziosa fonte di notizie e per avere ricordato mio nonno: Timo Alfredo Luigi.
Posso dirvi quello che mia nonna e mio padre mi hanno sempre raccontato. Erano residenti a Macalle' sulla direttrice Massaua (porto principale delle colonie aoi) ed Adis Abba. Macalle' è una città posta in sommita' di un altopiano ed all'arrivo di un'interminabile serie di tornanti, quindi tappa forzata per la manutenzione. Qui' mio nonno aveva un'officina meccanica di riparazione camion (prevalentemente). Allo scoppio della guerra mio nonno accompagno' sua moglie (mia nonna) ed i suoi due figli (mio padre e mia zia) al porto di Massaua per imbarcarli per l'Italia è quindi ritorno' indietro per chiudere l'attività e mettere in sicurezza le attrezzature. La rapida avanzata delle truppe inglesi catturo' molti italiani in attesa di imbarco, compresi mia nonna ed i suoi figli, i quali furono internati per mesi in un campo di concentramento provvisorio in attesa di essere rimpatriati dalla Croce Rossa (mia nonna ed i sui figli con la motonave Vulcania).
Mio nonno fu catturato mentre ritornava a Macalle' ed imbarcato rapidamente sulla nave Nova Scotia. Ecco perché sul foglio di imbarco di mia nonna compare in basso i dati di mio nonno imbarcato sulla nave Nova Scotia e considerato disperso ..... Per tutto il resto della storia di famiglia, sebbene ci si possa scrivere molto, fuorvia il soggetto principale: la storia della Nova Scotia.
Vi allego tre foto di mio nonno; Timo Alfredo Luigi ed il foglio di imbarco di mia nonna.
Vi invio i miei migliori saluti.
Grazie
Timo Maurizio
13/12/2016
16/11/2016
IL Dottor CARRIDI, mi disse mia Madre che quando Lei mi ha dato alla luce il Dott. Carridi fu il medico che la assistì!! Pianse Molto, quando venne a conoscenza della tragedia !
ANTONIO CANE FASSETA
13/11/2016
Buongiorno, sono la nipote di longhitano cirino,anche lui morto in questa tragedia dimenticata.grazie a voi ho saputo la verità,il giorno della sua morte, grazie di cuore x la vostra ricerca
20/10/2016
Buongiorno,
Vorrei inviare la foto di mio nonno che ha lasciato 5 figli e d ha 13 nipoti sparsi in tutto il mondo che tutti si sono commossi alla lettura di queste notizie dettagliate su quello che era solo un racconto tramandato e anche molto confuso. 2 figli sono ancora in vita e mi piacerebbe vedere la foto del nonno (l'unica che abbiamo) pubblicata vicino alle altre due.
Si chiamava Pasquale Fiore, Grotteria, Reggio Calabria (RC) - vittima 252
Cari saluti,
Rosanna
23/09/2016
Vorrei sapere se qualcuno ha notizie o conosceva una delle vittime, Vito Manca, mio nonno. Era un marittimo. Trapanese. C'erano altri trapanesi a bordo. Di lui sappiamo soltanto che è stato inserito nella lista delle vittime italiane ma null'altro. Grazie per tutte le informazioni che potrete darmi. Ancora grazie.
Cordiali saluti,
vito manca
25/08/2016
il fratello di mio nonno, Giulio Ruggeri, perì nella tragedia
Enrico Annibale Ruggeri
13/08/2016
Complimenti per la ricerca dei fatti storici
Francesco Oppedisano
21/04/2016
07/04/2016
Salve! Mi chiamo ORTENZIO Claudio e sono il pronipote di ORTENZIO Francesco, in elenco la vittima nr. 442... Vi ringrazio a nome di tutta la famiglia per la memoria e vi chiedo cortesemente di correggere il nome.. Saluti
15/03/2016
Dear All,
Sorry for writing in english. I am the grandson of Dr. António Luiz de Souza Sobrinho, the Lourenço Marques (capital of Mozambique)Port Health Officer at the time of the Nova Scotia "affondamento". Besides the salvage and assistance at sea by the crew of NRP Afonso de Albuquerque (Captain Guerreiro de Brito), on shore assistance was provided by the Port Health Officer (My grandfather) and the staff of Miguel Bombarda Hospital. One of the survivors was Vitale Moffa. I knew him as I used to pass at his office in downtown Lourenço Marques as he was designing our house at the beach of Bilene. At that place (Bilene), there is a wonderful lagoon where Vitale Moffa had a small boat imported from Italy. He liked to fish and one day I went sailing with him. He was a fat man and could not swim! Amazing as he was one of the survivors of the Nova Scotia! Later at the European Parliament I have met an interpreter, Claudia Campini. Her father was the italian consul in Lourenço Marques. Claudia lived during her youth in Mozambiique. Coincidences...
Last week I was at the National Library. I could find some news about the Nova Scotia sinking by a german U-Boot. I can provide this doccument. For that you may write me an email to: ajpssobrinho@gmail.com
Best regards
António
25/02/2016
11/02/2016
06/02/2016 (data ns. risposta)
06/02/2016 (data ns. risposta)
sono la nipote di Gaetano Colucci, una delle vittime del Nova Scotia, complimenti per l'iniziativa
Patrizia Renna
18/01/2016
sono la nipote di Gaetano Colucci, una delle vittime del Nova Scotia, complimenti per l'iniziativa
Patrizia Renna
30/12/2015
Il nome del nonno e' anche il mio : Giovanni Tiozzo.
Finalmente Ti ho trovato, Tu che eri partito dal comune di San Martino di Venezze (RO) nel '39.
Caro nonno, adesso mi sento vicino come non mai. Ti ho conosciuto da mio padre e da qualche foto sbiadita in bianco e nero.
All'anagrafica del comune , mi hanno mostrato il registro che indicava la cancellazione, per espatrio a Dessie (Etiopia).
Pensa che nel 2009 sono venuto in Etiopia, pensavo di trovare traccia di te, solo l'idea che tu eri stato li mi faceva sentir bene.
Adesso conosco, adesso ho visto il tuo nome su quella lapide, adesso provo una gran pace e serenitá, perché finalmente so dove sei. Un abbraccio nonno Tuo Giovanni
27/12/2015
03/11/2015
22/10/2015
En primer lugar, pido disculpas ya que no se escribir en idioma italiano. Quiero agradecer profundamente a quienes con tanto amor y dedicación hicieron ésta página que representa para los descendientes de los fallecidos en ésta tragedia, un tesoro de valor incalculable. Soy la sobrina nieta de Carlo Mormile a quien llegué a conocer por una foto que guardaba su hermana Rosa Mormile (mi abuela). Infinitas gracias!
Liliana.
06/09/2015
Sono con mio padre, insieme a lui ho letto tutta la cronaca dell'affondamento del Nova Scozia su cui era trasportato da prigioniero mio nonno Della Torca Antonio di cui mio padre rimanè orfano. Ringrazio Antonio e Fiorenzo Zampieri per aver creato questo blog che restituisce memoria e dignità alla storia di quelle anime che furono vittime della follia umana e dell'atrocità denominata guerra. Auguro a tutti i discendenti delle vittime di questa dolorosa vicenda una vita di pace e amore.
Enzo Dellatorca
24/08/2015
grazie.grazie a tutti
Mariano Bellin
11/08/2015
In ricordo di mio padre Giorgio Cavazzani che lavorava all' Isotta Fraschini a Decamerè, dove nacque mia sorella Giovanna
Alessandro Cavazzani
28/07/2015
Grazie per la vostra preziosa iniziativa che tiene viva la memoria di tanta sofferenza. L'augurio è che tutti questi morti, tutto questo enorme bagaglio di dolore, ci insegnino qualcosa sulla vita e sulle sue poche regole fondamentali...ciao nonno
Alessandro Luci
27/05/2015
Il passeggero 366 ha il mio stesso nome e cognome ed è sardo, di Sassari.
Oscar Mameli
19/05/2015
20/03/2015
Ringrazio commossa per aver ricordato le vittime del naufragio del Nova Scotia, fra le quali mio nonno Giulio Alfini.
Cecilia Alfini
22/02/2015
oggi per la prima volta leggo queste cronache e racconti con le lacrime agli occhi , pensando alla fine che potrebbe aver fatto il mio caro nonno che non ho mai conosciuto ma nei racconti di mio papa ho avuto solo alcuni racconti dalla vicenda dell'affondamento del piroscafo ,oggi guardando queste pagine e leggendo i racconti di chi e' stato salvato mi chiedo se qualcuno ha mai avuto notizie nei racconti di mio nonno padre di 8 figli di fasana p. ro nel veneto, era falegname e aveva un diploma di manovratore e addetto a macchine agricole con diploma rilasciato nel 1920
angelo palmarin eligio
22/02/2015
Grazie per aver ricordato le vittime del piroscafo "Nova Scozia" fra le quali figura anche mio padre Longhitano Cirino.
Longhitano Benedetto
25/01/2015
Sono la nipote di Donetti Emilio, genovese di soli 42 anni, ho sempre sentito raccontare da mia mamma questa tragedia che le ha portato via il papà, lei aveva solo 12 anni e due sorelle. Il nonno è stato fatto prigioniero dagli inglesi mentre si trovava al campo di aviazione di Decamerè. Lì si era rifugiato insieme ad altri italiani avendo saputo che gli inglesi li stavano cercando e sapendo che lo avrebbero cercato a casa. Il nonno aveva già ottenuto il foglio per il rimpatrio insieme a tutta la sua famiglia e sarebbero rientrati a Genova da lì a qualche mese con la Croce Rossa. Dopo essere stati portati nei campi sono stati imbarcati sulla Nuova Scozia. Tutti i familiari hanno assistito al passaggio dei camion carichi di tutti i prigionieri mentre andavano al porto. Nei giorni successivi si è saputo della tragedia. Per tanti anni il nonno è stato dato per disperso, poi è stato dichiarato morto ma senza mai sapere dove fossero i resti o un luogo dove poterlo piangere. Un nostro desiderio è sempre stato quello di poter un giorno trovare qualcuno che potesse darci maggiori informazioni e magari aver conosciuto il nonno. Un ringraziamento di cuore ad Antonio e Fiorenzo Zampieri che ci hanno dato modo di ritrovare il nome del nonno e dove si trovino la tomba e la targa in memoria delle vittime. Grazie ancora per il vostro lavoro che ci ha dato una grande emozione.
Claudia Chiapperini
15/01/2015
questa storia mi è stata raccontata, una ventina di volte, da un mio prozio,
Lazzarini Gioacchino di Forlì. l'avevo dimenticata e mai analizzata, sono passati più di cinqantanni, grazie bella emozione.
Vittorio
03/12/2014
Buongiorno,
solo ieri sera ho scoperto con grande commozione l'esistenza di questo sito meraviglioso e interessante. Anch'io fin da bambina ho sentito sempre raccontare dai miei familiari la storia di mio zio GIUDICI LIBERO. Purtroppo lo zio è stato dato per disperso dopo che la Nova Scotia è affondata (il suo nome non compare infatti sull'elenco dei deceduti). La sua famiglia di Besnate (VA) era costituita da mio nonno GIUDICI ERMENEGILDO, mia nonna BORDONI ROSA, mia zia GIUDICI AMELIA (oggi ha 98 anni), mia zia GIUDICI SEVERINA (oggi 101 anni!!) e mio padre (soprannominato MARIOLINO di 84 ). Dello zio ci restano qualche foto e le sue lettere ritrovate da mia cugina in un cassetto dimenticato. Da mesi ho cominciato trascriverle per farle comprendere al mio babbo e potergliele regalarle il prossimo Natale. Chiedo a chiunque abbia notizie di Libero Giudici di contattarmi. Qualsiasi tipo di informazione sarà gradita per aiutarmi a ricostruire la sua storia e poterla rileggere con il mio papà e i miei figli. Desidero ringraziare TUTTI per quanto riportato nel sito. Stamperò ogni foto e ogni dettaglio a completamento del mio lavoro. Desidero proprio che questo Natale sia un Natale speciale per tutti ma soprattutto per il mio babbo che ha perso il fratello quando era solo un bambino. Grazie di cuore è molto importante che il ricordo di questa triste storia non "affondi" con la nave stessa Grazie, grazie a tutti!!
Roberta Giudici
31/10/2014
Nipote di una vittima, di cui non si è mai voluto ritirare la pensione di guerra nella speranza che fosse vivo, mi ha commosso ritrovare una pagina che parla di quei terribili momenti.
Mio zio Sogliaghi Livio è deceduto nel naufragio, mi ha molto commosso ritrovare su internet questo sito. Grazie.
Mariangela Sogliaghi
27/08/2014
Grazie di tutto
Stefano Caldiron
20/04/2014
li' c'era il nonno Gerardo
Gerardo
05/02/2014
Sono nata nel 1947 e durante la mia infanzia avevo sentito parlare spesso, da mio padre, di uno zio che era morto in un naufragio. Ho conosciuto la "zia di Bologna", Olga, che era stata sua moglie, ma all'epoca si era già risposata. Non ricordo bene tutti i particolari del racconto, ma in questi giorni, rimettendo a posto vecchie foto, mi sono venute in mano proprio quelle di zia Olga e zio Gustavo da giovani. Ormai dei miei parenti non c'è più nessuno. Anch'io sono ben avanti in età e ogni tanto mi piace passare delle ore di "Amarcord". Così con mio fratello Roberto mettiamo insieme dei ricordi. Mi ha fatto piacere di essere riuscita a trovare notizie su questa tragedia di cui non sapevo nulla e di trovare nell'elenco il nome dello zio Gustavo.
Immagino che i corpi non ci siano nel cimitero in Sudafrica. Se volete rispondermi ve ne sarei grata. La storia è veramente tremenda ed interessante dal punto di vista storico appunto. Sono mai stati fatti film sull'argomento?
Vi ringrazio e vi rifaccio i miei complimenti per il gran lavoro! Meno male che c'è internet!
Saluti Maria Paola Pagano
02/02/2014
Finalmente un sito dedicato a una strage di italiani innocenti dimenticati proprio da quell'Italia che loro amavano ma che, evidentemente, nasceva già come un Paese di marionette e ladri. Mio nonno morì su quella nave dopo che gli inglesi, molto più feroci assassini dei nazisti, lo strapparono ai suoi figli di 4 e 3 anni, già vedovo.
Enrico.
17/01/2014
16/01/2014
29/12/2013
13/12/2013
19/11/2013
14/11/2013
un pensiero al nonno nell'avvicinarsi dell'anniversario
Roberto
23/03/2013
15/04/2012
13/03/2012
26/02/2012
08/02/2012
04/05/2011
Zio Antonio
Tutta la mia infanzia l’ho passata avendo paura del mare….
Si raccontava spesso in famiglia di due zii morti (da parte di mio padre) in mare..
Il primo morto dopo aver mangiato in spiaggia, con la sua ragazza, e una volta in mare……….
Il secondo, invece, in piena guerra, mangiato dai pescecani………
Di questo secondo zio, ne ho avuto sempre pena, in foto era bassino, aveva lo sguardo accomodante, mi somigliava in qualcosa….spesso, crescendo, l’ho pensato.
A 52 anni, una mattina, a febbraio, intorno alle sei, mentre mi congratulo con me stessa di aver finalmente dormito bene, senza fastidi da parte delle gatte, dai vari acciacchini, dall’aria irrespirabile di questo luogo che abito, che spesso mi sveglia……..ad un tratto, avverto una presenza. Ho gli occhi semichiusi, ma sono quasi sveglia del tutto.
L’avverto nei pressi del balcone, una presenza che so essere di uomo, non troppo alto, tanto che penso sia mio figlio che è giunto in camera, per dirmi qualcosa, semmai circa un brutto sogno…..
E’ una presenza che non sa cosa fare, è impacciata, titubante, poi alla fine decide, sento muovere la pseudo massa del suo torace, volare in un attimo, rasente il mio letto, planare sul mio ventre.
In quel momento, comincio a pregare, morta di paura, non sapendo chi sia, due o tre padre nostro, e il tutto svanisce.
Dimentico tutto, in giornata mi ritrovo al pc, come sempre, e, senza un criterio logico, scrivo “antonio tomasetta, vergognandomi da sola della futile ricerca su google…..è una persona morta, anni fa, che non ha nessuna importanza, come potrebbe essere su internet?
All’improvviso scopro che esiste il suo nome, in un contesto che ha a che fare con la seconda guerra mondiale….. leggo l’articolo, è lui, si parla dell’affondamento della nave dove era, in Africa……di tutto quello che è accaduto, per un errore umano…..ci sono gli scritti dei superstiti………
Avverto la sua presenza, dietro di me, è mio zio, ora capisco e collego i fatti della mattina, è sereno, sento una sorta di sua soddisfazione perché sto leggendo, ancor più, quando, dopo le mie lacrime leggo che esiste in Africa, una lapide grande, con tutti i nomi dei morti di quella nave, c’è anche il suo nome tra i morti.
Mio zio ha voluto farmi leggere che quattro mesi prima, a Roma, (nov 2010) è stata ricordata quella sciagura, che il suo nome è su una lapide in Africa, mi ha voluto spiegare tutto quello che gli è accaduto davvero, che non ho mai capito bene, ma che sempre ho immaginato…..
E pensare che qualche giorno prima, avevo preso la sua croce al valore, e deciso di appenderla ad una collana, o al muro.
Ora quella croce ce l’ho sul letto, al posto di quella che tutti mettono, ma è lo stesso.
La nave era la “NOVA SCOTIA”, affondata nel novembre del 1942.
04/05/2011
Gent.mo sig. Tonio,
le scrivo per farle i complimenti per questa importante iniziativa, sia per aver riportato alla luce quest'immane tragedia dando valore a quelle vittime imbarcate sul Nova Scotia che perirono in mezzo ai flutti, sia perchè questo episodio della seconda guerra Mondiale mi colpisce da vicino essendo nipote (omonimo) di uno degli sfortunati che morirono nell'oceano.
le scrivo anche perchè per avvertirla che la vittima in oggetto ed esattamente la N. 413 ha il cognome e la località di nascita in modo errato: l'esatto cognome è MONTINARO e non Montinari mentre il primo nome è corretto.
Mentre la località di nascita è MELENDUGNO (Le) e non Malendugno. Aggiungo inoltre che aveva un secondo nome Donato. La professione è corretta. Per quanto detto le invio in allegato la pagellina di lutto fatta stampare appena arrivò la notizia qualche tempo dopo la tragedia. Se occorre sono pronto a inviarle anche ilo certificato di morte attestante non solo la morte ma anche il luogo e la nave, dichiaro inoltre che sarei disponibile ad ogni eventuale collaborazione.
Nel ringraziarla ancora per questa nobile iniziativa colgo l'occasione per porgerle i più cari saluti.
Francesco Donato Montinaro
data non rilevata
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Gentilissimi, sono Giusi Sciacca nipote di Paolo Sciacca, uno degli sciagurati naufraghi del Nova Scotia.
L'anno scorso dopo svariati tentativi, nel mio paese, Nardò (Le), sono riuscita a fare intitolare una piccola strada alla memoria del nonno Paolo.
L'ho fatto per ricordare lui e le centinaia di uomini che in quel disastroso affondamento persero la vita. L'ho fatto per mio padre Antonio che non ha mai potuto conoscere suo padre e l'ho fatto perché la memoria non si estingua senza la possbilità di conoscenza.
Mio padre Antonio ha sempre desiderato poter vedere il luogo dove una lapide ricordava il nome di suo padre. Un desiderio sofferto e pianto in silenzio. Quando gli ho fatto leggere le belle parole che avete raccolto di quella triste storia si è commosso e mi ha chiesto di voler visitare il sacrario lì in Sud Africa almeno una volta per poter salutare un padre che non ha potuto mai conoscere.
Mi piacerebbe essere contattata da voi per poter organizzare questo viaggio. Ormai papà ha quasi 80 anni e non sta molto bene. Vorrei che finalmente egli possa esaudire li desiderio di mettere un fiore su quella lapide.
Resti in attesa di un vostro contatto e cordialmente vi ringrazio.
Giusi Sciacca
Cordiali saluti.
data non rilevata
Sono il nipote di Barone Giovanni, vorrei avere qualche notizia in più su mio nonno.
Vi invierò al più presto una delle sue ultime foto.
Cordialmente,
Giovanni Barone
Cordiali saluti.
data non rilevata
Il mio papà era Domenico Spadaro, Lui era nato in Rocculamerra Sicilia, un paese vicino Santa Teresa di Riva. Nel 1942, lui aveva 21 anni, lui è nelle Vittime Italiane, ma credo che questo non è vero, perché io ricordo che lui diceva che tutti credevano che lui è morto ma quando la guerra è finita, lui è arrivato nel paese e la famiglia credeva che lui fosse morto sulla nave che è affondata.
585. SPADARO DOMENICO - Santa Teresa di Riva, Messina
Cordiali saluti,
Mary Spadaro
data non rilevata
Sono la nipote di Giovanni De Palma (molfetta Bari), morto a seguito dell'affondamento della Nova Scotia. Vorrei essere informata sulle vostre iniziative.
Cordiali saluti.
Angela De Palma.
data non rilevata
Foto di Crea Raffaele
io sono il nipote, figlio del solo fratello rimasto Crea Ferdinando. Ferdinando era già dal 1941 prigioniero in Sudafrica a Zonderwater.
Erano quattro maschi, due sono morti con Nova Scotia ed uno, Crea Giuseppe è morto in campo di concentramento in Germania.
Vi ringrazio per questa vostra opera meritoria.
Raffaele.
Nella lista dei caduti: Crea Francesco e Crea Raffaele sono fratelli, ambedue di Santa Eufemia D'Aspromonte (nell'elenco Crea Raffaele non ha la provenienza). Se vi servissero le fotografie, sono in grado di inviarvele.
Grazie
Raffaele Crea
Cordiali saluti.
data non rilevata
Salve, sono appena tornata dall'Eritrea e in occasione di un'escursione a Adi Qwala, ho visitato la chiesa di Santa Rita e volevo sapere per quale ragione al suo interno c'è la lapide che commemora le vittime del Nova Scotia. Grazie
Cordiali saluti
ginevra serego alighieri
Ideatori e curatori del sito: Fiorenzo e Antonio Zampieri
In memoria di Caldiron Luigi Gino
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